Che fine hanno fatto i cattivi delle fiabe? Me ne sono accorta da un po’: nelle produzioni più recenti tendono a scomparire. Spesso un antagonista vero e proprio manca, il conflitto sta tutto dentro al protagonista, che deve fare i conti con se stesso, con la sua storia, con le sue emozioni per poter evolvere eccetera eccetera. Il conflitto quindi sta diventando interno; una volta era tutto appannaggio del personaggio cattivo, che incanalava tutto quanto di malvagio e oscuro serviva alla storia.
Ma cosa significa? Non sarebbe meglio ripulire le storie per i bambini da streghe, orchi e creature maligne? Siamo pur sempre nel 2024!
Non credo sia così che debbano andare le cose, e adesso ti spiego perché. 😉

C’è un motivo per il quale grandi e piccoli amano le fiabe: perché s’immedesimano nei panni dell’eroe! Affrontano l’avventura insieme a lui, superano le sue prove, temono per la riuscita dell’impresa e alla fine possono gioire soddisfatti. È meravigliosa la sensazione di serena compiutezza che ci pervade una volta giunti al tanto sospirato “… e vissero felici e contenti”.
Quante volte hai esclamato, di fronte ad un problema, “servirebbe una bacchetta magica”?
Capita spesso che mi vengano rivolte domande sull’uso delle fiabe classiche o su come vengono recepite dai bambini. I quesiti più gettonati riguardano la crudeltà: è lecito raccontare storie di bambini abbandonati nel bosco dai genitori o di bambine che per aver disobbedito finiscono divorate dal lupo cattivo?