Si avvicina una delle mie celebrazioni preferite legate alla Ruota dell’Anno: Samhain, che cade il 31 ottobre. Si tratta di un festival molto antico, che per la cultura celtica rappresentava il capodanno, ovvero la fine di un ciclo e l’inizio di quello nuovo. È un momento molto introspettivo, ideale per racchiudersi in se stessi e riflettere su quanto accaduto nel corso dell’anno passato, per lasciarselo alle spalle e cominciare quello nuovo. È un po’ il completamento di quel lavoro di bilancio cominciato con l’equinozio d’autunno, ovvero Mabon (di cui ti ho parlato in questo articolo). Samhain è dunque una fine, ma anche un nuovo inizio: dalla morte nasce la nuova vita, da un ciclo si passa a quello successivo. E così via.
L’equinozio d’autunno: festa della gratitudine
Siamo a un nuovo cambio di stagione, e io ne sono particolarmente contenta perché l’autunno è la mia preferita! Per i suoi colori, per i suoi frutti, per le serate davanti al caminetto con un bel libro e una tazza fumante. Perché è un momento di raccoglimento, di introspezione, ma anche di calma e ritrovata serenità, con i ritmi che rallentano in vista dei rigori invernali.
Mi piace seguire il ritmo delle stagioni facendo riferimento alla Ruota dell’Anno di origine celtica; ne hai mai sentito parlare? Rappresenta il ciclo naturale delle stagioni, scandito da otto sabbat, o festival, che rappresentano momenti importanti e che talvolta coincidono con gli equinozi o i solstizi. Per farti un esempio, Samhain (per lo più conosciuto oggi come Halloween) è uno di essi, e si celebra la notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre.