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Fiabe crudeli, domande e risposte

  • Fata in Fabula: la magia delle fiabe

cappuccetto_rosso_fiabe_immortaliCapita spesso che mi vengano rivolte domande sull’uso delle fiabe classiche o su come vengono recepite dai bambini. I quesiti più gettonati riguardano la crudeltà: è lecito raccontare storie di bambini abbandonati nel bosco dai genitori o di bambine che per aver disobbedito finiscono divorate dal lupo cattivo?

Vediamo insieme alcuni tra i quesiti più comuni.

Le fiabe a volte sono crudeli, è giusto raccontarle?
I bambini non sono fatti solo di zucchero e confetti, come recitava una vecchia filastrocca. Hanno bisogno di amore, di coccole e di tante cose belle, ma possiedono anche una certa propensione più o meno spiccata per ciò che è crudele o persino horror.

Avete mai osservato i bambini mentre giocano? Non si tratta sempre e solo di scenette idilliache rappresentanti famigliole felici, spesso le situazioni create sono farcite di elementi fortemente oscuri: rapimenti, lutti, battaglie, omicidi, mostri e chi più ne ha più ne metta.

I bambini hanno bisogno di soddisfare il loro piccolo bisogno di crudeltà, per questo raccontiamo loro anche le fiabe più cruente.

I bambini sanno che le fiabe sono magiche. Ogni volta che ne ascoltano una accettano a priori di entrare in contatto con i suoi aspetti più oscuri, certi del fatto che nulla di male potrà accadere loro perché protetti dal confine esistente tra fiabesco e reale. Le matrigne crudeli, i genitori snaturati, gli orchi assassini e via dicendo non alterano la loro percezione della realtà, poiché il classico incipit “C’era una volta” segna l’ingresso in un mondo a parte, dove tutto può accadere. Anche l’impensabile.

Perciò potete stare tranquilli, vostro figlio non diventerà un serial killer per aver ascoltato “Pollicino”, né cercherà di dar fuoco all’insegnante a causa di Hansel e Gretel! 😉

A proposito di Hansel e Gretel… se la raccontassi a mia figlia potrei scatenare in lei la paura dell’abbandono?
Direi piuttosto il contrario!

I bambini hanno spesso paure più o meno inconsce; la paura dell’abbandono è una di queste. Se raccontate loro fiabe in cui i piccoli protagonisti finiscono per essere abbandonati a se stessi offrite loro la possibilità di affrontare la paura e di sapere che può essere sconfitta. Non c’è bambino che non riesca a ritrovare la strada di casa, o che non arrivi a liberarsi del cattivo di turno che vorrebbe mangiarselo cotto a puntino. I bambini nelle fiabe vincono sempre, anche nelle situazioni più svantaggiate e temibili.

Non è nascondendo le cose brutte che aiutiamo i nostri figli ad affrontarle e a uscirne vittoriosi. Per questo ci servono le fiabe: sono un ottimo manuale di self-help, costruito lungo secoli di esperienza. Come diceva Gilbert Keith Chesterton, “le fiabe non raccontano ai bambini che i draghi esistono. I bambini sanno già che i draghi esistono. Le fiabe raccontano ai bambini che i draghi possono essere uccisi.”

Ecco, uccidere i draghi… Gli eroi delle fiabe uccidono spesso e volentieri i cattivi. Che ne è della pacifica soluzione dei problemi?
In uno dei primi episodi della splendida serie “La famiglia Addams”, girata negli anni Sessanta, Morticia si rammaricava molto del fatto che a sua figlia Mercoledì fosse stata raccontata una fiaba nella quale un drago veniva ucciso. La capisco, anch’io trovo che i draghi siano molto affascinanti, ma se dovessi avere a che fare con uno di loro preferirei sapere di poterlo fare fuori piuttosto che essere divorata o incenerita! 😉

Scherzi a parte, non dobbiamo pensare ai personaggi delle fiabe come a persone, ma dobbiamo vederli come modelli. La strega non è una vecchietta piena di astio, ma l’incarnazione di qualcosa di brutto e potenzialmente pericoloso. Quando Gretel (sempre lei!) la spinge nel forno non sta uccidendo un’anziana signora cui avrebbe fatto bene qualche seduta dallo psichiatra, sta sconfiggendo il male, puro e semplice.

I cattivi delle fiabe incarnano le paure dei bambini e tutto quanto di brutto e malefico essi possono immaginare, ecco perché hanno bisogno di sapere di poterli sconfiggere con ogni mezzo, lecito e illecito.

Ma con tutti questi personaggi cattivi, mio figlio riuscirà ancora a fidarsi di qualcuno?
Nelle fiabe non ci sono solo i cattivi, esistono anche i buoni, i cosiddetti eroi.

Gli eroi vincono sempre, e spesso questo può avvenire perché possono contare sull’aiuto di personaggi secondari detti anche aiutanti. Il bambino non impara che non ci si può fidare di nessuno, ma che basta riporre la propria fiducia nelle persone giuste. Un aiuto verrà sempre offerto a chi saprà meritarlo con gentilezza e coraggio.

In conclusione, la crudeltà nelle fiabe non è mai fine a se stessa. È mutevole e sfaccettata, come i frammenti di vetro in un caleidoscopio; il disegno prodotto muta nelle forme e nei colori a seconda di come questi si dispongono. Non è che un gioco, basta continuare a giocare.

Antonella Arietano

 

 

 

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Bisogni dei bambini Crudeltà Paure dei bambini
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